La Stagione d'opera 2025-2026

Il maestro Enrico Lombardi
photo Luigi Antenucci

Verdi, Donizetti, Bellini, Mozart, Puccini, Rota:
ecco la Stagione d'opera 2025-2026 del Teatro Lirico di Cagliari

Mercoledì 10 dicembre alle 20 si alza il sipario sulla Stagione d'opera 2025-2026 del Teatro Lirico di Cagliari. Una stagione sempre molto attesa dal numeroso pubblico che soprattutto quest'anno assume un valore aggiunto e un carattere di ripresa ancora più importanti e che, con la nuova calendarizzazione, propone un ricco cartellone di opere. Nello specifico sono previste sette opere per cinque turni di abbonamento (oltre alle recite fuori abbonamento e a quelle mattutine rivolte a scuole e famiglie), a dimostrazione della continua crescita della produzione e delle alzate di sipario. I titoli delle sette opere, di cui quattro nuove produzioni del Teatro Lirico di Cagliari, sono: Otello, Lucrezia Borgia, Norma, Così fan tutte, Turandot, Il cappello di paglia di Firenze, Rigoletto.

La Stagione 2025-2026 è tesa a valorizzare la grande Opera italiana con alcuni dei più significativi compositori del Settecento, Ottocento e Novecento: Mozart, Bellini, Donizetti, Verdi, Puccini e Rota. Un cartellone di equilibrio tra musica di repertorio e quella meno conosciuta, alla quale il Teatro Lirico di Cagliari pone sempre molta attenzione nel rendersi attivo nella sua promozione culturale e non solo nella sua tutela e salvaguardia.

Si inizia, quindi, come titolo di apertura di stagione, con Otello, dramma lirico in quattro atti, su libretto di Arrigo Boito, dalla tragedia omonima di William Shakespeare, e musica di Giuseppe Verdi (Roncole di Busseto, Parma, 1813 - Milano, 1901), assente dal 2015 da Cagliari. 
Otello viene rappresentato per sei recite (di cui una fuori abbonamento) dal 10 al 16 dicembre, in un nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari. Sul podio c'è il maestro Francesco Lanzillotta (Roma, 1977), considerato uno dei più interessanti direttori nel panorama musicale italiano, al suo atteso debutto a Cagliari, mentre la regia è firmata da Roberto Catalano (Palermo, 1985), giovane e già affermato artista siciliano anch'egli al suo debutto a Cagliari.
Rappresentato, per la prima volta, al Teatro alla Scala di Milano il 5 febbraio 1887, Otello, penultima opera di Verdi, rappresenta, insieme a Falstaff, un punto d'arrivo, di sintesi e d'apertura verso nuovi orizzonti. Grazie alla collaborazione di Arrigo Boito, che gli fornì due testi letterari a struttura unica, Verdi abbandona lo schema dell'opera drammatica suddivisa in forme chiuse, in un discorso unico, raggiungendo una forza drammatica senza precedenti. Verdi si muove in piena sintonia con la sensibilità fin de siècle, scegliendo come soggetto uno dei drammi psicologici più inquietanti di tutto il teatro di prosa, dove l'azione è prodotta dall'intreccio di passioni tanto assolute quanto devastanti: dall'odio maligno di Jago, alla cieca gelosia di Otello, sino all'amore innocente di Desdemona. Ambientata nell'isola di Cipro, alla fine del XV secolo, l'opera è incentrata, infatti, sul personaggio di Otello, moro, generale dell'armata veneta a Cipro, e sugli intrighi del perfido alfiere Jago, che insinua nell'animo del protagonista il sospetto verso sua moglie Desdemona, scatenando in lui un'irrefrenabile gelosia sino al tragico finale.

Dal 28 gennaio al 1° febbraio (cinque rappresentazioni) va in scena il secondo, accattivante appuntamento della Stagione: Lucrezia Borgia, opera seria in un prologo e due atti, su libretto di Felice Romani, dal dramma omonimo di Victor Hugo, e musica di Gaetano Donizetti (Bergamo, 1797-1848), la cui ultima esecuzione a Cagliari risale addirittura a 141 anni fa (gennaio/febbraio 1885 al Teatro Civico).
L'opera viene eseguita in un nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari, in coproduzione con il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, con la regia di Andrea Bernard (Bolzano, 1987), architetto e vincitore nel 2024 del Premio Abbiati come "miglior regista" per Don Carlo di Verdi. Andrea Bernard è al suo debutto a Cagliari. Si tratta invece di un gradito ritorno in città, alla direzione musicale di Lucrezia Borgia, per Leonardo Sini (Sassari, 1990) che già diresse, a porte chiuse, l'Orchestra il 5 febbraio 2021, durante il travagliato periodo della pandemia, e ora si presenta, per la prima volta, al pubblico in sala con un importante curriculum internazionale già alle spalle.
Composta nell'autunno 1833, Lucrezia Borgia debutta al Teatro alla Scala il 26 dicembre dello stesso anno. Fu lo stesso Donizetti a proporre a Romani di ricavare un libretto d'opera dal dramma di Hugo, attratto tanto dalle situazioni ad alta tensione presenti nel testo quanto dalle atmosfere cupe che contornano la vicenda. Lucrezia Borgia, donna spietata nella gestione del potere e pronta a eliminare ogni suo nemico, ritrova a Venezia il figlio segreto Gennaro che ha dovuto abbandonare in tenera età. Il giovane, ignaro della verità, si sente attratto da quella nobildonna mascherata, fino a quando gli amici ne rivelano l'identità strappandole la maschera e oltraggiandola pubblicamente. Da quel momento si innesca una serie di eventi sempre più drammatici che porteranno all'avvelenamento della brigata di amici di Gennaro, lui stesso compreso. Solo alla fine dell'opera, nel corso di un duetto pieno di pathos, il giovane scoprirà di essere il figlio della tanto odiata Lucrezia. In Lucrezia Borgia Donizetti forgiò musicalmente la figura di una donna assai complessa e dalla doppia personalità. Il ruolo della protagonista, tanto spietata con i nemici quanto amorevole con il figlio segreto, richiede infatti un'interprete dotata di maestrìa vocale unita a grande personalità drammatica.

Dopo 12 anni dall'ultima rappresentazione (aprile-maggio 2014), ritorna a Cagliari il più celebre capolavoro musicale di Vincenzo Bellini (Catania, 1801 - Puteaux, 1835): Norma, tragedia lirica in due atti su libretto di Felice Romani, dalla tragedia Norma ou L'infanticide di Alexandre Soumet. L'opera va in scena per cinque recite, dal 18 al 22 marzo, in un allestimento di OperaLombardia dell'ottobre 2022, firmato, per la regia, da Elena Barbalich, artista veneziana al suo debutto a Cagliari. La direzione musicale è invece affidata a Renato Palumbo (Montebelluna, 1963), eccellente protagonista delle stagioni liriche cagliaritane, dove ha diretto La Traviata (2000), Nabucco (2001), Il Trovatore (2002), Otello (2003), La Bohème (2003), Hans Heiling (2004), Manon Lescaut (2006), Macbeth (2013).
Rappresentata, per la prima volta, al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre 1831, su libretto di Felice Romani, poeta colto e raffinato, Norma viene accolta in maniera decisamente ostile («Fiasco!!! Fiasco!!! Solenne fiasco!!!» sono le parole del deluso Bellini!), anche se già dalla seconda rappresentazione le arride un successo che l'accompagna fino ai giorni nostri. La storia dell'infelice amore tra la sacerdotessa druidica ed il proconsole romano nelle Gallie è intrisa sia di richiami alla tradizione classica, in particolare quella della tragedia greca, sia di romantiche atmosfere lunari e di abbandoni estatici che trovano in Casta Diva, celeberrima preghiera della protagonista, la loro compiutezza.

Dal 17 al 22 aprile (cinque recite) va in scena una vera e propria perla del repertorio classico settecentesco: Così fan tutte, dramma giocoso in due atti su libretto di Lorenzo Da Ponte e musica di Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo, 1756 - Vienna, 1791). L'opera, assente da Cagliari dall'ottobre 2013, viene proposta in un allestimento del Teatro di San Carlo di Napoli che risale alla Stagione 1998-1999 e che, all'epoca, segnò il debutto nella regia lirica di Mario Martone (Napoli, 1959), celebre regista cinematografico e teatrale che, questa volta, debutta a Cagliari. Federico Maria Sardelli (Livorno, 1963), artista interessante e poliedrico (musicista, pittore e scrittore), debutta sul podio cagliaritano e dirige i complessi stabili nel capolavoro mozartiano. 
Così fan tutte o sia La scuola degli amanti, rappresentata per la prima volta a Vienna al Burgtheater il 26 gennaio 1790, ultima delle opere mozartiane su libretto di Lorenzo Da Ponte, dopo Le nozze di Figaro (1786) e Don Giovanni (1787), e ultima opera buffa di Mozart, fu commissionata dall'imperatore Giuseppe II in seguito al successo delle riprese viennesi di Don Giovanni (maggio 1788) e delle Nozze di Figaro (agosto-novembre 1789). Gaia, frivola, ma anche asciutta, volontariamente meccanica in un perfetto gioco di simmetrie, la musica di quest'opera esprime il trionfo della dissimulazione, in un gioco dell'essere e del parere che diventa il meccanismo stesso dell'azione. La musica imita l'espressione delle parole e degli atti e, allo stesso tempo, è consapevole della loro finzione. In quest'opera, definita da Massimo Mila come "una grandiosa commedia della menzogna", la vicenda è presentata con quel senso di pudore, di profonda comprensione per la debolezza umana tipico della mentalità mozartiana.

Il quinto appuntamento con l'opera, in scena dal 24 giugno al 2 luglio (cinque recite in abbonamento e tre fuori abbonamento), è Turandot, dramma lirico in tre atti e cinque quadri, su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, tratto dalla fiaba teatrale omonima di Carlo Gozzi e musica di Giacomo Puccini (Lucca, 1858 - Bruxelles, 1924), assente dal marzo/aprile 2017 da Cagliari. Al quarantenne direttore milanese Michele Gamba, già assistente di Antonio Pappano prima e di Daniel Baremboim poi, che ritorna a Cagliari dopo il successo dei suoi concerti nel gennaio 2019, spetta il compito di dirigere i complessi artistici stabili del Teatro Lirico nell'estremo capolavoro del grande compositore lucchese, mentre il nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari è firmato, per la regia, dallo spagnolo Rafael R. Villalobos (Siviglia, 1987) al suo debutto a Cagliari. 
Turandot, capolavoro incompiuto del teatro musicale novecentesco, interrotta al terzo atto con l'aria di Liù «Tu che di gel sei cinta» per la morte di Puccini, avvenuta il 29 novembre del 1924, fu completata in seguito da Franco Alfano sulla base degli schizzi lasciati dall'autore. E incompiuta fu rappresentata da Arturo Toscanini alla prima scaligera del 25 aprile 1926, quando interruppe l'esecuzione proprio là dove Puccini aveva terminato l'opera in partitura, dopo la morte di Liù.
L'argomento fiabesco, lo stesso personaggio di Turandot, favoloso nella sua coerenza nel male come nell'improvviso mutamento finale dei sentimenti, erano nuovi per Puccini, fino allora interessato a ben diversi soggetti. L'esotismo come fatto linguistico in grado di rinnovare con armonie dissonanti le stanche strutture della musica occidentale e la melodia sentimentale e patetica del più consueto stile pucciniano si intersecano perfettamente in quest'ultimo ed estremo capolavoro pucciniano.

Dal 23 al 27 settembre (cinque rappresentazioni) arriva finalmente, in prima esecuzione a Cagliari, la deliziosa farsa musicale in quattro atti e cinque quadri, Il cappello di paglia di Firenze su libretto di Nino Rota ed Ernesta Rinaldi, dalla commedia Un chapeau de paille d'Italie di Eugène Labiche e Marc-Michel e musica di Nino Rota (Milano, 1911 - Roma, 1979). L'allestimento del Teatro Carlo Felice di Genova risale al 2007 ed è realizzato da Damiano Michieletto (Venezia, 1975), allora promettente regista della scena musicale italiana e che a Cagliari ha lavorato nel 2013 in Così fan tutte. Il maestro Valerio Galli (Viareggio, 1980), attualmente Direttore principale ospite all'Opéra de Toulon e già noto al pubblico cagliaritano dal 2020 (Cavalleria rusticana e Requiem di Fauré), dirige dal podio l'opera.
Una deliziosa commedia in musica del celebre compositore Nino Rota, famoso soprattutto per le sue grandi colonne sonore, da Il Padrino a tante pellicole felliniane. La vicenda si svolge a Parigi nel giorno delle nozze del giovane Fadinard, costretto per tutto il giorno alla folle ricerca di un cappello di paglia, tra personaggi improbabili e avventure esilaranti. Tratto dalla commedia Un chapeau de paille d'Italie di Eugène Labiche e Marc-Michel, il Cappello fu scritto nel 1945, ma rappresentato, per la prima volta, soltanto dieci anni dopo, il 21 aprile 1955, al Teatro Massimo di Palermo. Il libretto è opera dello stesso autore insieme alla madre Ernesta Rinaldi. La calorosa accoglienza suscita molta curiosità attorno all'opera, che viene presto ripresa anche da registi illustri, come Giorgio Strehler e Pier Luigi Pizzi, diventando uno dei titoli più amati del compositore e un esempio, unico nel suo genere, di opera buffa novecentesca.

La Stagione d'opera termina, dall'11 al 21 novembre (sette recite, di cui due fuori abbonamento), con uno dei titoli più amati e popolari: va in scena infatti il melodramma in tre atti Rigoletto su libretto di Francesco Maria Piave, dal dramma Le roi s'amuse di Victor Hugo, e musica di Giuseppe Verdi (Roncole di Busseto, Parma, 1813 - Milano, 1901), assente dal dicembre 2018 da Cagliari.
Il nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari è curato da Alessandro Talevi, giovane regista sudafricano, nato a Johannesburg da padre italiano e madre inglese, dallo stile inventivo e fantasioso al suo debutto a Cagliari, mentre Enrico Lombardi, giovane direttore con una brillante carriera ormai avviata e anch'egli al debutto in città, dirige il capolavoro verdiano.
Rappresentata al Gran Teatro La Fenice di Venezia l'11 marzo 1851, prima opera della cosiddetta trilogia popolare comprendente Il Trovatore e La Traviata, il melodramma, ambientato a Mantova nel XVI secolo, è incentrato sul personaggio di Rigoletto, buffone alla corte del Duca di Mantova, e sul tenerissimo sentimento filiale che lo unisce alla figlia Gilda e che si sviluppa fino al drammatico finale. Rigoletto, buffone ma triste, rancoroso e provocatore ma dolorosamente afflitto, è dipinto da Verdi in tutto lo spessore tragico della sua condizione umana. La potenza lirico-drammatica che Verdi seppe infondere al protagonista e ai personaggi che lo circondano non aveva precedenti: da un lato Rigoletto e Sparafucile ("Pari siamo!... io la lingua, egli ha il pugnale"), fra loro diversi eppure accomunati nella morsa del dramma, il primo agisce d'istinto, ferito nel più profondo del suo segreto e unico amore, la figlia; il secondo è un cinico brigante che uccide a pagamento; dall'altro l'ingenua Gilda e il frivolo ed egoista Duca di Mantova, anch'essi divergenti, ma uniti, individuati con altrettanta penetrazione psicologica in una effusione lirica che raggiunge momenti di grande purezza.

Tutti gli spettacoli vengono eseguiti dall'Orchestra e dal Coro, diretto da Giovanni Andreoli, del Teatro Lirico di Cagliari. In Otello e Turandot si esibisce anche il Coro di voci bianche del Conservatorio Statale di Musica "Giovanni Pierluigi da Palestrina" di Cagliari, diretto da Francesco Marceddu.

 

© Ufficio Stampa Teatro Lirico di Cagliari

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